In tema di equa riparazione, nel caso del giudizio di verificazione dello stato passivo, occorre aver riguardo al credito azionato dal ricorrente ovvero, se inferiore, alla somma per la quale il creditore, all’esito del giudizio stesso, risulti essere stato ammesso, a nulla rilevando, almeno a tal fine, la somma per la quale il creditore ammesso risulti, poi, iscritto al riparto.
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Corte di Cassazione|Sezione 6 2|Civile|Ordinanza|18 gennaio 2023| n. 1397
Data udienza 16 dicembre 2022
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE 2
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Presidente
Dott. BERTUZZI Mario – Consigliere
Dott. CRISCUOLO Mauro – Consigliere
Dott. VARRONE Luca – Consigliere
Dott. OLIVA Stefano – rel. Consigliere
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 11356/2022 R.G. proposto da:
(OMISSIS) S.A.S. (OMISSIS), in persona del legale rappresentante pro tempore, domiciliata presso la cancelleria della Corte di Cassazione, rappresentata e difesa dall’avv. (OMISSIS);
– ricorrente –
contro
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, in persona del Ministro pro tempore, domiciliato in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI n. 12, presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che lo rappresenta e difende;
– controricorrente –
avverso DECRETO di CORTE D’APPELLO POTENZA n. 203/2020 depositata il 22/10/2021.
Udita la relazione svolta nella Camera di consiglio del 16/12/2022 dal Consigliere Dott. STEFANO OLIVA.
FATTI DI CAUSA
Con il decreto impugnato, la Corte di Appello di Potenza ha rigettato l’opposizione avverso il precedente provvedimento dello stesso ufficio, con cui era stato denegato l’indennizzo per irragionevole durata del processo invocato da (OMISSIS) S.a.s. (OMISSIS), in relazione ad un procedimento fallimentare ancora in corso, all’atto della decisione, che si era protratto per la durata di complessivi 13 anni. Secondo la Corte di Appello, poiche’ ai sensi della L. n. 89 del 2001, articolo 2 bis, comma 3, l’indennizzo non puo’ superare il valore della causa, nulla spetterebbe alla societa’ istante, la quale non aveva ricevuto alcun riparto in sede fallimentare.
Propone ricorso per la cassazione di detta decisione (OMISSIS) S.a.s. (OMISSIS), affidandosi ad un unico motivo. Resiste con controricorso il Ministero della Giustizia.
RAGIONI DELLA DECISIONE
Il Relatore ha formulato, ai sensi dell’articolo 380-bis c.p.c., la seguente proposta:
“ACCOGLIMENTO del ricorso.
Con il decreto impugnato, la Corte di Appello di Potenza ha rigettato l’opposizione avverso il precedente provvedimento dello stesso ufficio, con cui era stato denegato l’indennizzo per irragionevole durata del processo invocato da (OMISSIS) S.a.s. (OMISSIS), in relazione ad un procedimento fallimentare ancora in corso, all’atto della decisione, che si era protratto per la durata di complessivi 13 anni. Secondo la Corte di Appello, poiche’ ai sensi della L. n. 89 del 2001, articolo 2 bis, comma 3, l’indennizzo non puo’ superare il valore della causa, nulla spetterebbe alla societa’ istante, la quale non aveva ricevuto alcun riparto in sede fallimentare.
Propone ricorso per la cassazione di detta decisione (OMISSIS) S.a.s. (OMISSIS), affidandosi ad un unico motivo. Resiste con controricorso il Ministero della Giustizia.
Con l’unico motivo, la societa’ ricorrente lamenta la violazione della L. n. 89 del 2001, articolo 2 bis, comma 3, perche’ la Corte di Appello avrebbe erroneamente denegato l’indennizzo, sulla base della scorretta individuazione del valore della causa presupposta nella somma derivante dal riparto, anziche’ in quella ammessa al passivo della massa fallimentare.
La censura e’ fondata. Deve, in proposito, darsi continuita’ al principio secondo cui “In tema di equa riparazione, nel caso del giudizio di verificazione dello stato passivo, occorre aver riguardo al credito azionato dal ricorrente ovvero, se inferiore, alla somma per la quale il creditore, all’esito del giudizio stesso, risulti essere stato ammesso, a nulla rilevando, almeno a tal fine, la somma per la quale il creditore ammesso risulti, poi, iscritto al riparto” (Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 25181 del 17/09/2021, Rv. 662165; negli stessi termini, cfr. anche Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 10176 del 27/04/2018, non massimata). Il principio indicato e’ coerente con quello affermato in relazione al giudizio di esecuzione: “In tema di equa riparazione, in caso di violazione del termine di ragionevole durata del processo di esecuzione, il valore della causa va identificato, in analogia con il disposto dell’articolo 17 c.p.c., con quello del credito azionato con l’atto di pignoramento” (Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 24362 del 04/10/2018, Rv. 650649)”.
Il Collegio condivide la proposta del Relatore.
Il ricorso va dunque accolto, con cassazione della decisione impugnata e rinvio della causa, anche per le spese del presente giudizio di legittimita’, alla Corte di Appello di Potenza, in differente composizione.
P.Q.M.
la Corte accoglie il ricorso, cassa la decisione impugnata e rinvia la causa, anche per le pese del presente giudizio di legittimita’, alla Corte di Appello di Potenza, in differente composizione
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